“LIBERI DI CREDERCI. INFORMAZIONE, INTERNET E POST-VERITA'”
è un libro scritto da Walter Quattrociocchi e Antonella Vicini, che ho letto nel 2018, anno di pubblicazione. Il testo esplora le dinamiche della formazione delle opinioni nell’era digitale, analizzando come le informazioni si diffondano attraverso internet e social media. I recenti fatti internazionali, il ruolo che i social media, la disinformazione e le fakes giocano sulla scacchiera della politica globale, me lo hanno riportato in modo prepotente alla memoria.
Il libro fa un’analisi approfondita delle dinamiche di diffusione delle informazioni nell’era digitale. E’ un testo divulgativo. Gli autori spiegano in modo chiaro e accessibile fenomeni complessi come le fake news e la post-verità, evidenziando l’importanza di comprendere tali meccanismi per affrontare le sfide della comunicazione in un mondo globalizzato.
Offre una panoramica esaustiva sulle contraddizioni dell’informazione nell’era di Internet, stimolando riflessioni sulle dinamiche di diffusione delle notizie e sulla formazione delle opinioni nell’ecosistema digitale.
E’ un’opera rilevante e ne suggerisco la lettura, non solo per chi desidera approfondire le problematiche legate all’informazione nell’era di internet e dei social media, ma per tutti coloro che si muovono sul Web e sui social, quindi la gran parte di noi.
Trascrivo di seguito l’abstract del testo che meglio di me aiuta a comprendere l’approccio e gli argomenti presi in esame dagli autori:
“La verità è un concetto labile e sfuggente che coesiste con un essere umano emotivo e imperfetto, limitato nelle sue capacità conoscitive. L’avvento di internet, e soprattutto dei social network, ha facilitato l’accesso a una grande massa di informazioni senza mediazioni, e ha generato l’illusione che questa porta d’ingresso conducesse alla conoscenza, fino ad allora prerogativa delle élite. La rete però sta tradendo le aspettative di molti, producendo, più che un’intelligenza, una disinformazione pericolosa (e spesso strumentalizzata) e una grave radicalizzazione nell’opinione pubblica. Così, a colpi di paradossi e cortocircuiti, il World Economic Forum nel 2013 ha inserito la disinformazione nella lista delle minacce globali, molte delle quali (da Trump alla Brexit, fino ai movimenti antivaccinisti) sembrano oggi aver preso forma; e secondo l’autorevole Oxford Dictionary, “post-truth” è diventata la parola del 2016″
Nel 2008 quando ci si riempiva la bocca con l’espressione: Web 2.0 is linking people, si aveva la convinzione che l’approdo sarebbe stato la ‘conoscenza’ e ‘l’intelligenza collettiva’ sarebbe emersa come ‘anima mundi’ da Internet. Le previsioni umane mai sono state tanto fallaci, sono invece emerse disinformazione e ignoranza, e la stupidità collettiva ha preso il potere.
Nel primo commento e nel secondo brevi note biografiche degli autori.
Marziana Monfardini