Della democrazia e del voto

Dal Libro Homo Stupidus Stupidus (Agonia di una civiltà) di Vittorino Andreoli edito da Rizzoli. pag 204 e 205 ……. “A partire dal principio che una democrazia è tale se vi è la partecipazione del popolo.

In caso contrario, sotto questo nome si celano oligarchie e persino totalitarismi, che diventano evidenti quando si constata che lo stesso personaggio domina la scena politica per decenni, per un tempo non inferiore a quello che lega il re al suo trono. Per paradosso, diventano monarchie democratiche o dittature parlamentari. Quando in un Paese che si definisce democratico non si esprime oltre il cinquanta per cento dei suoi elettori (chiusi nel loro piccolo mondo) e quando un altro trenta per cento è guidato dai partiti che trascinano e talora pagano elettori che non esprimono più il loro parere, ma quello del compratore, si potrà anche continuare a parlare di democrazia, ma lo si fa in maniera scorretta e del tutto anomala.

Non si può ridurre questa grande concezione che appartiene alla nostra civiltà a una conta aritmetica, all’interno della quale si trova chi dedica i propri interessi a una visione nazionale (o europea o mondiale) e chi, invece, giunge alle urne nella massima ignoranza persino sul senso di quella consultazione. Mettere sullo stesso piano il voto del primo e del secondo non può essere preso come criterio né di uguaglianza né di giustizia : è semplicemente una finzione.

La democrazia presuppone partecipazione, interesse, analisi di un tema che va dimensionato nella collettività. Basterebbero questi accenni per dire che oggi, nel residuo di civiltà in cui ancora ci troviamo, non vi è nulla che richiami la democrazia. La mia convinzione è che le espressioni che questo sistema ha aggiunto alla nostra storia sono sempre state imperfette, ma mai inesistenti.

La democrazia come maschera delle oligarchie e degli assolutismi”

Molto umilmente aggiungo una mia considerazione a quanto espresso da Andreoli: la democrazia è un ‘sistema’ di cui il voto è l’atto finale, il solo voto non è garanzia di democrazia.

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