Rosarno gennaio 2010 – Se questo è un uomo

Pubblicato da Daniela il 15 gennaio 2010

“Non siamo bestie” afferma un immigrato di Rosarno. Lui, che insieme a centinaia di altri sfruttati, ha vissuto per mesi e in pieno centro, in strutture diroccate e baracche di cartone, in pochi metri quadrati, al freddo ed al gelo, in compagnia di topi, in mezzo a sporco e fetori insopportabili. A confronto, le stalle delle nostre aziende agricole sono un lusso.

Gli immigrati svolgono quei lavori ingrati, pesanti, sporchi ma indispensabili che noi rifiutiamo. Questa realtà è negata da molti italiani. Anzi questi “diversi” vengono considerati “ladri” di lavoro, andando ad incrementare e giustificare atteggiamenti razzisti. Siamo al massimo della confusione, dell’ignoranza, della paura e dell’ipocrisia.

La miseria dà fastidio ai sensi ed alla mente, può essere un pugno nello stomaco. E’ un’ingiustizia sociale causa di contrasti e rivendicazioni che sfociano spesso nella violenza. Va eliminata per il bene comune. La miseria però, non l’uomo! Il paese di Rosarno ha tentato di farlo. Non c’è riuscito. Anzi ha mostrato tutta la sua povertà di spirito negando all’uomo quei valori/bisogni che sono dell’uomo: rispetto della sua integrità fisica e della sua dignità.

I responsabili di questi gravissimi fatti però sono a vari i livelli. Dal bracciante agricolo fino ad arrivare, al ministro dell’interno, del lavoro, dell’agricoltura. Tutti sapevano ma nessuno ha fatto nulla per evitare che questa bomba ad orologeria scoppiasse. Più sei in alto nella gerarchia più hai responsabilità e se qualcuno sbaglia paghi. Obama recentemente ha fatto il mea culpa per il cattivo funzionamento dei servizi di sicurezza americani. Non ha tacitato le critiche puntando il dito contro qualcuno e tagliando delle teste. Da noi invece i responsabili stanno sempre in fondo alla scala, nel caso specifico rosarnesi e immigrati.

Si sente tanto parlare di tolleranza zero. Condivido la necessità di non sostenere l’illegalità. Tutta l’illegalità. In primis quella di chi sfrutta impunemente ed alla luce del sole i bisognosi. Quanto lavoro nero prospera in Italia? Governo e singolo individuo cosa fanno in merito?

Il male è dentro il nostro sistema sociale e legale. Non viene da fuori, magari su sgangherati barconi.
Asportiamo ciò che è irrecuperabile e curiamoci educando e rieducando ai sentimenti, alla legalità, alla pace, al rispetto delle regole ed alla giustizia. Forse riusciremo ad incontrare l’altro vedendolo come fonte di arricchimento e non più di paura.

Daniela

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