Le nozze

Il portone della chiesa era spalancato. Il lungo tappeto rosso dall’altare scendeva giù, giù, fino in fondo alla scalinata del sagrato. Luisa e Giusi lo risalirono e si sedettero nell’ultimo banco della navata centrale, il posto migliore per godersi lo spettacolo. Adriano, lo sposo, era in piedi, in attesa difronte all’altare. I testimoni, in tight nero quello di lui, bianco quello di lei, occupavano i banchi a lato degli sposi. L’organo diffondeva le note della marcia nuziale di Mendelssohn.

Un brusio proveniente dall’esterno rivelò l’arrivo della sposa che poco dopo entrò accompagnata dal padre. Tutto da copione.

Giusi diede di gomito a Luisa e sibilò: “Guarda, guarda! L’abito è nero, nero! Non s’è mai visto. E’ proprio nero, non blue scuro, no… nero!”

“Lo sapevo” rispose Luisa.

“Come lo sapevi? E mi hai tenuta all’oscuro?” chiese Giusi

“Non è che lo sapevo proprio, l’ho intuito. Alcune sere fa al telefono ho chiesto a Fiore di che colore fosse l’abito, lei celiando mi ha risposto: ‘Il colore del peccato.’ Ne ho dedotto che l’abito non poteva che essere nero. A quanto pare ha un lato eccentrico che non ci ha mai svelato” concluse Luisa.

“Chi? Fiore, un lato eccentrico? E’ sempre stata quadrata, ordinaria nel vestire, mai una stravaganza o una bizzarria. Invece sappiamo bene che il nero è il colore del lutto e forse.. forse…oggi è un giorno di lutto? Non me l’ha data a bere! Il suo improvviso innamoramento per Adriano di quindici anni più vecchio. Ma l’hai guardato? Lei diciannove, tutto sommato anche carina; lui trentaquattro, una precoce fuga di capelli e un giro vita non proprio da modello… Però è il figlio unico dei Sira, ne hanno di quattrini quelli” ridacchiò Giusi.

“Pensi che l’abbia sposato per interesse? Forse non è eccentrica, ma non è nemmeno falsa e calcolatrice. Penso che si sia innamorata, per quanto strano possa sembrare, visto che da sempre sono vicini di casa. Parte la scintilla e il fantasma che prima scivolava attraverso la porta accanto alla tua si materializza, l’uomo invisibile si colora di azzurro e diventa il principe della tua vita.”

“Lui la corteggiava da moltissimo tempo, tre anni almeno. Lei aveva un tono divertito e beffardo la prima volta che ce ne parlò e quanti se n’è ripassati nel frattempo, certo niente di serio, compagni di scuola, ma ha continuato a tenerlo sulla corda. Ora che ha finito il liceo ed è pronta per l’università, oplà, si sposano.”

“Scusa, Giusi, questo che c’entra?” domandò Luisa.

“Pensavo lo sapessi. Lui ha acquistato un bilocale a Verona, dove ha lo studio. Vivranno in città fino a quando lei non avrà terminato l’università. Sarà lui a pagare le tasse, i libri e tutto il resto. Lei farà la studentessa. Bel colpo! I suoi genitori non avrebbero potuto permettersi di mantenerla per altri cinque anni, avrebbe dovuto lavorare, come noi.”

“Non ne sapevo niente, buon per lei. Questo non spiega in ogni caso la scelta del colore dell’abito. Sei troppo maliziosa” sentenziò Luisa.

“Tu dici? Vedremo, vedremo.”

La cerimonia nel frattempo si era conclusa e gli sposi camminavano verso l’uscita al tempo dell’ Aria sulla quarta corda di Bach. Lui indossava un frac bianco, una camicia grigia in broccato di seta sulla quale si faceva notare un papillon scuro a pois chiari. Un bouquet di rose candide spiccava sul nero dell’abito di lei.

Giusi si avvicinò all’amica, l’abbracciò e le sussurrò all’orecchio: “Fiore sei uno schianto. Che ideona l’abito nero per te e il frac bianco per lui, sicuramente lo hai deciso tu, sei così creativa. Siete splendidi. Bravi, bravi.”

“Grazie Giusi, semplicemente il nero mi dona”

Autrice: © Marziana Monfardini – Tutti i diritti riservati

Dicembre 2022

Titolo: Stargate – Marziana Monfardini