Luca cammina sul bagnasciuga nell’aria fresca del primo mattino. Con il piede inciampa contro qualcosa semisepolto nella sabbia. E’ una bottiglia. Si china, la raccoglie. Mentre la ripone nello zainetto che ha con sé, vede che contiene un foglio arrotolato. Lo estrae, lo srotola. Sul foglio c’è un messaggio.
“Quando troverai questo messaggio, tornerai sui tuoi passi, camminerai fino al faro. Troverai una barca ad attenderti, ci salirai e remerai fino all’isola. Entrerai nella grotta, dentro c’è una scala. La salirai, ti condurrà nella cripta. All’interno ci saranno tre urne dimenticate dal tempo. Ne aprirai solo una e troverai quel che vorrai.”
“Camminerò fino al faro,” ripete fra sé Luca, “troverò la barca, remerò, entrerò nella grotta e salirò le scale”.
Le urne sono al loro posto, dentro la cripta.
“Aprirò la prima, chissà cosa troverò?”
“Il mio nome è Speranza. Nulla potrò senza le mie sorelle, Fede e Carità. Ora mi ascolterai con attenzione e farai quanto ti dirò. Lascerai quest’urna aperta, tornerai sui tuoi passi, rimetterai la bottiglia nel medesimo posto!”
Il giorno dopo anche Matteo, figlio di Luca, camminerà sul bagnasciuga nell’aria fresca del primo mattino. Inciamperà nella bottiglia semisepolta nella sabbia. La raccoglierà. Mentre starà per buttarla, vedrà il foglio arrotolato. Lo estrarrà, lo srotolerà. Vedrà il messaggio e lo leggerà.
“Quando troverai questo messaggio, tornerai sui tuoi passi, camminerai fino al faro. Troverai una barca ad attenderti, ci salirai e remerai fino all’isola. Entrerai nella grotta, dentro c’è una scala. La salirai, ti condurrà nella cripta. All’interno ci saranno tre urne dimenticate dal tempo. Ne aprirai solo una e troverai quel che vorrai.”
“Starò al gioco,” sorride Matteo, “prenderò la direzione del faro. Camminerò, remerò, salirò.”
Le urne sono al loro posto, dentro la cripta.
“Aprirò la seconda, la prima è già stata aperta…, chissà cosa troverò?”
“Il mio nome è Fede. Nulla potremo Speranza ed io senza la più grande di noi: ‘Carità’. Ora mi ascolterai con attenzione e farai quanto ti dirò. Lascerai anche quest’urna aperta, tornerai sui tuoi passi, rimetterai la bottiglia nel medesimo posto!”
Il giorno dopo anche Marco, figlio di Matteo, nipote di Luca camminerà sul bagnasciuga nell’aria calda e assolata del meriggio, inciamperà nella bottiglia, la raccoglierà e imprecando… la getterà in mare!
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“Bombardano Khardìf, continueranno a bombardarla, a migliaia moriranno, a migliaia arriveranno sulle nostre spiagge con le barche.”
“E noi cosa faremo?”
“Noi li accoglieremo, apriremo le stanze, prepareremo i letti, romperemo i sigilli alle dispense, cucineremo, ci prenderemo cura di loro.”
“E dopo cosa faremo? Continueranno ad arrivare, saranno in tanti.”
“Continueremo ad accoglierli, apriremo altre stanze, prepareremo altri letti, romperemo i sigilli di altre dispense, continueremo a cucinare e a prenderci cura di loro.”
“E dopo cosa faremo? Continueranno ad arrivare, saranno in tanti, sempre di più. Le stanze finiranno, i letti non basteranno, le dispense si esauriranno.”
“Allora noi gli spareremo. Li uccideremo tutti. Il mare ribollirà del loro sangue. I pesci mangeranno le loro carni, ripuliranno le loro ossa. Sarà una mattanza!”
Marziana Monfardini – Diritti riservati
fotografia di Joshua Lambus
