Milano. Tribunale condanna i genitori per lo stupro commesso dai figli

Pubblicato da Marziana il 4 febbraio 2010

Il 25 ottobre scorso pubblicai su questo stesso blog un topic dal titolo: minorenni impunibili che sfidano la legge,

vedi il link:
http://marzianaonline.blogspot.com/2009/10/minorenni-impunibili-che-sfidano-la.htmlOggi il Tribunale civile di Milano ha emesso la sentenza di condanna per lo stupro di una ragazzina di 12 anni da parte di alcuni coetanei, colpevoli, secondo il verdetto, i genitori dei ragazzi per la mancata “educazione dei sentimenti e delle emozioni che consente di entrare in relazione non solo corporea con l’altro”.

I genitori non hanno prestato la dovuta attenzione al “processo di crescita” dei loro figli, in modo che “avvenisse nel segno del rispetto dei sentimenti, dei desideri e del corpo dell’altra/o”.I genitori dei violentatori sono tenuti ad un risarcimento di 450.000 euro, non tanto per non averli ben vigilati, quanto per non aver dato loro una “educazione dei sentimenti e delle emozioni” nel rapporto con le ragazze. L’educazione dei figli, premette il giudice della X sezione civile Bianca La Monica, non è fatta solo della “fondamentale indicazione al rispetto delle regole“, ma anche di “quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche di sentimento e di sesso, con l’altra e con l’altro“.

Spero solo che in appello questa esemplare sentenza non venga modificata ma venga riconfermata.
Come ho già scritto: “Non possiamo quindi poi scaricare sulle spalle dei giovani tutte le responsabilità. I genitori, la famiglia come educatore primo e privilegiato ne hanno la responsabilità maggiore.”

Spero sia finalmente giunto il tempo in cui le persone tornano ad assumersi le responsabilità che gli competono, il nostro tempo pare segnare l’apoteosi dell’incoscienza e dell’irresponsabilità. Un mondo di ‘finti’ adulti che tali sono solo all’anagrafe.

Pensando a Collodi e al suo Pinocchio pare che il nostro sia il paese del bengodi, senza storia e senza memoria, dove lo stereotipo ‘Lucignolo’ sembra prevalente oltre che dominante.

Marziana
alcuni link:
http://www.milanotoday.it/cronaca/milano-tribunale-li-condanna-per-lo-stupro-dei-figli.html

http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=35743&cat=cronaca

http://www.vip.it/violentano-ragazzina-genitori-pagano-450mila-euro/

 

 

 

9 pensieri riguardo “Milano. Tribunale condanna i genitori per lo stupro commesso dai figli”

  1. Giulia ha detto…
    Ecco appunto: sentenza esemplare, cioè che dovrebbe servire da esempio ed essere seguita da altre, perché giusta, appropriata e moralmente ineccepibile. Perfette le parole scelte dal giudice per descrivere le motivazioni, parole che riconfermano, come sempre dovrebbero, chi ha la responsabilità di chi o di cosa. Dall’altra, la consapevolezza del Cittadino, perché cosi va di solito, che il primo grado di giudizio rimarrà quello più duro ma ci penseranno altri due gradi a dimezzare la pena e magari ad assolvere. Spero di sbagliarmi, fosse anche solo un’eccezione.

    6 febbraio 2010 10:56

  2. Anonimo Anonimo ha detto…
    Approvo e condivido la sentenza emessa dai giudici, però anche i ragazzi devono pagare il loro debito, non possono passarla liscia, dovrebbero essere messi in una struttura per il recupero degli adolescenti.

    Renato

    6 febbraio 2010 18:25

  3. Marziana ha detto…
    Incollo alcuni link che ho trovato in internet.

    http://www.rfstudio.it/public/page.aspx?cat=notizie&id=175&news=43

    http://www.soldiblog.it/post/2017/famiglia-i-genitori-pagano-per-gli-errori-dei-figli#show_comments

    http://forum.milano.corriere.it/milano/04-02-2010/ragazzina-violentata-a-milano-da-coetanei-1469122.html.

    Mi auguro che la sentenza non venga modificata nei successivi gradi di giudizio, come Giulia teme; spero anche che un adeguato provvedimento sia stato preso nei confronti dei ragazzi, come suggerisce Renato; diversamente il rischio è di liquidare e risolvere il problema ingrassando le compagnie di assicurazione.

    La sentenza è ben motivata ed è a queste motivazioni che si dovrebbe guardare.

    Amaro però che il problema sia stato affrontato dai giudici nell’aula di un tribunale, altrove e da altre figure avrebbe dovuto essere affrontato: dai genitori in prima persona, dagli insegnanti nelle ‘aule scolastiche’ da psicologici, educatori, sacerdoti, formatori e allenatori sportivi che tanto spesso vegono in contatto con il mondo giovanile, ed in ultima istanza la responsabilità sociale ricade su ognuno di noi.
    Marziana

    6 febbraio 2010 19:03

  4. Elisabetta M. ha detto…
    Leggendo il blog mi è venuto in mente uno dei tanti contributi dello psicologo Osvaldo Poli, esperto di relazione genitori – figli, che riporto qui sotto.
    Pur non essendo ancora genitore, ma osservando la realtà che mi circonda, penso che abbia inquadrato il problema. La responsabilità dell’azione dei figli è conseguenza anche, ma non solo, dell’insicurezza psicologica e dell’incertezza morale dei genitori.

    Insicurezza psicologica e incertezza morale
    “Nessun vento è favorevole a chi non sa dove andare”
    R. M. Rilke

    Natura del problema
    La mancanza di fermezza educativa , tipica del nostro tempo, può essere ascritta in larga misura all’incertezza morale ( sensazione di non sapere cosa sia giusto fare), oltre che all’insicurezza psicologica (vissuto caratteristico: capire ciò che sarebbe giusto fare, ma non riuscirci o trovarlo molto difficile).
    L’attuale difficoltà dei genitori ad essere fermi non è completamente riconducibile all’influenza debilitante dei virus affettivi sulle dinamiche psicologiche individuali.
    L’incertezza ( di natura morale) morale è fondamentalmente diversa dall’insicurezza (di natura psicologica), che rende ragione esclusivamente degli errori dovuti alla debolezza di alcuni aspetti del carattere del genitore.
    Non tutto il disagio dei genitori è di natura emotiva e le radici della crescente difficoltà dei genitori ad essere fermi si possono rintracciare ad un livello più profondo della stessa psicologia .
    La fermezza educativa sgorga da una sorgente segreta collocata in un luogo di cui si è persa traccia nelle mappe della cultura odierna: nella regione della coscienza morale.
    La natura della fermezza infatti, come ogni altra virtù, non è propriamente psicologica o culturale, ma è essenzialmente morale, ed i genitori che intendano essere autorevoli e “fermi” non possono che attingere la loro forza da questa riserva energetica.
    L’inquinamento odierno sembra aver raggiunto anche le falde più profonde della coscienza, poiché si è perso il “sapere su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato” rendendo inevitabilmente smarriti i genitori nella loro azione educativa.
    Il concetto stesso di bene e male è stato destituito di ogni legittimità, al suo posto esiste solo – vago, educato – il principio di evitamento del “disagio psicologico”, unica bussola in grado di dare “indicazioni” al genitore su cosa sia più opportuno fare con i figli.

    Il genitore smarrito
    L’insicurezza morale si riferisce alla sensazione di smarrimento, uno “quasi dolore”, dovuto alla mancanza di un fondamento solido alle proprie opinioni, di un principio sicuro cui ispirare la propria azione educativa .
    È il dolore che segnala la mancanza di un principio credibile che dia direzione e senso all’agire educativo, di una ragione degna di maggiore affidabilità del semplice “mi sento di fare così”.
    Lo smarrimento dei genitori sembra invocare un criterio che liberi dal dubbio persistente di essere in balia delle proprie incerte opinioni educative, e che costituisca un punto fermo in grado di distinguere fra vero e falso, fra bene e male anche in campo educativo.
    Senza la riscoperta di una sicurezza morale fondamentale, appare alquanto improbabile attuare il proposito della fermezza educativa.
    Sarebbe poco ragionevole riparare i dinamismi psicologici (la complessa rete che trasporta energia psichica) senza considerare il collegamento del sistema alla fonte stessa dell’energia.
    La certezza morale rappresenta il fondamento della sicurezza psicologica e dunque non si può essere sicuri (psicologicamente), senza godere di qualche certezza (morale).

    9 febbraio 2010 13:58

  5. Guglielmina ha detto…
    Condivido pienamente la sentenza del Tribunale e il pensiero di Marziana.

    Ognuno nasce con il proprio temperamento ma i primi input affettivi e comportamentali sono fondamentali per la crescita, la formazione dell’identità personale e la visione del mondo. Perciò la relazione genitore e figlio deve svilupparsi sulla base di cure, amore, attenzioni per arrivare alla trasmissione, attraverso un’interazione costante adulto/bambino, di valori, regole, sentimenti e comportamenti.

    Viviamo in una mondo, come dice Marziana, di “finti adulti”, alle prese con i problemi quotidiani. L’incertezza del vivere con le relative ansie e paure, la necessità di re-iventarsi lavoro e relazioni, il sentirsi in trincea e l’esigenza di difendersi. In queste condizioni difficilmente i ragazzi trovano genitori capaci di comportamenti e risposte chiare, univoche e ben soppesate.

    Credo che il pensiero di Rilke, evidenziato da Elisabetta, sulla confusione derivante dalla carenza di una solida base etica colga in pieno il problema sociale odierno. Ai ragazzi spesso mancano esempi credibili, coerenti e moralmente validi. Seguono ciò che vedono e sentono rimanendo in superficie. In compenso colgono in pieno l’incoerenza tra il detto e l’agito dell’adulto. Ed imparano presto.

    Una volta c’era il detto “Chi sbaglia paga”. Ora non si usa più perchè paga solo chi subisce il danno: i responsabili non si trovano mai. Questo è il messaggio che alla fine viene trasmesso.

    Questa sentenza fa giustizia. I responsabili devono pagare per il danno causato. Ed è giusto che siano chiamati in causa i genitori per i motivi ben espressi dal giudice.

    Speriamo serva da riflessione e monito per tutti. Nel caso specifico serve a far crescere questi genitori e i loro figli. Ricordando agli uni le loro responsabilità. Spiegando agli altri, che vivono fuori dalla realtà, come ad ogni azione segua un effetto con relative conseguenze.

    19 febbraio 2010 09:00

  6. Guglielmina ha detto…
    L ‘altro giorno durante il TG si è parlato della nuova moda che sta prendendo piede tra i giovanissimi: il gioco d’azzardo!
    Mi sono ricordata che Marziana in questo post faceva riferimento a Lucignolo di Collodi. Riferimento centrato!
    Collodi con il paese dei balocchi metteva in guardia dal pericolo del non far nulla e dalle cattive ma piacevoli abitudini. Era un modo di attirare l’attenzione sui giovani e dei giovani.
    Senza saperlo aveva anticipato i nostri tempi. Il disinteresse per la scuola, il fumo, l’acool, e il gioco d’azzardo unito al sesso e alla droga (Collodi non è arrivato a questo) stanno diventando componenti della vita e crescita di molti minorenni.
    E’ terribile. Gli adulti trasferiscono ai ragazzini comportamenti malsani e pericolosi lucrandoci sopra. E’ una società che si sta autodistruggendo. Purtroppo la fine di Lucignolo e di altri come lui oggi sembra non spaventare più nessuno, nè genitori nè figli. E’ come se fosse un problema di altri.
    Recentemente, durante un incontro con la cittadinanza, il noto psichiatra e sociologo Crepet parlando dell’emergenza educativa ha espresso moltissima precoccupazione per il futuro delle nuove generazioni. Meditiamo.

    14 marzo 2010 09:03

  7. Marziana ha detto…
    Di oggi la notizia dei tredicenni che per creare un video da mettere in YouTube attraversano l’autostrada Genova-Milano, fortunatamente scoperti in tempo dalle forze dell’ordine.

    Sconcertante la reazione dei genitori che minimizzano il comportamento, e difendono i propri figli.
    Sbigottimento della giornalista che ha mandato in onda il servizio.

    In realtà i genitori non difendono i propri figli, ma se stessi, ammettere gli errori dei propri figli difatto è una ammissione dei propri errori e del progetto educativo posto in essere, ammesso che questi genitori un progetto educativo l’abbiano mai avuto.

    28 marzo 2010 21:57

  8. Marziana ha detto…
    Di oggi questa notizia, anche se il fatto risale al mese di fabbraio, scuola media di Brescia, stupro in classe.
    I compagni complici fanno da barriera, e l’insegnante non si accorge di nulla, ma è davvero possibile che un insegnante non si accorga che un gruppo fa da barriera per impedire di vedere cosa accade dietro al gruppo, faccio veramente fatica a crederlo a meno di pensare alla classe come ad una fiera dove accade ogni cosa senza controllo.

    Incollo il link alla news con la notizia di cronaca,

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Stupro-di-gruppo-in-classe-arrestati-due-ragazzini-Gelmini-Inaccettabile_182601867.html

    del resto cosa ci si puo’ aspettare da un mondo impostato alla menzogna, alla falsità, all’ ipocrisia, all’indifferenza, all’ignavia perchè l’azione, il coraggio spetta sempre all’altro e mai a noi ? Non si risolverà il problema con altra menzogna, con altra ipocrisia.

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Stupro-di-gruppo-in-classe-arrestati-due-ragazzini-Gelmini-Inaccettabile_182601867.html

    29 marzo 2010 18:34

Rispondi a wp_1511559 Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *